25/05/2018
Settimanale Psicologo
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E d'un tratto desiderò d'esser vivo. Non solo
colori intrappolati in linee e forme di un'altra mente e cuore, ma
immagine viva di sè stesso.
Lì nella sala occhi estasiati in sguardi adoranti, ammirazione, venerazione. Tutti parlavano di bellezza, dei suoi canoni, di emozione vibrante, palpitante. Parlavano proprio di lui, dell'arte.
Si concentrò in quegli sguardi, si ritrovò in essi riflesso come in specchi.
Come può pelle mai sfiorata dalle mani di un amante, esser bella?
Di che luce potranno mai brillare occhi che non conoscono il dolce
perdersi nello sguardo amato? Che non hanno mai cercato imploranti la
luna, la luce pallida della speranza nel domani.
Come posson
sorrisi intrappolati nelle linee eterne di un dipinto, che mai hanno
regalato gioia, risvegliare intorno a sè un tal clamore.
Immerso
nei pensieri, guardava il volto dell anziano signore che stringendo a sè
il nipotino cercava di indicargli la via della bellezza nei tratti del
suo volto.
E si incantò, si perse fra le rughe di quel viso eroso dal
tempo, nei suoi candidi capelli, nel sorriso cosi sgraziato che gli
copriva metà volto, e in quegli occhi, pieni dei colori dell
amore..delle sfumature di tutta una vita, dei grigi del dolore e del
giallo dei ricordi felici di una intera esistenza, trovò la bellezza.
Contenuti redatti da Giorgio Burdi
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